martedì 11 febbraio 2014

ELABORARE UN LUTTO


Di Howard Poe e Patrick Bini



L'elaborazione di un lutto, è la quintessenza della vita. Poichè vivere, è venire a patti con la morte. Capirla, nella misura in cui questa comprensione, ci spinge a vivere in modo pieno, partecipe, intenso.
L'elaborazione di un lutto, consta di quattro fasi. La prima fase, è molto emotiva. Caratterizzata da intense sensazioni di depressione e rabbia. Dunque da alti e bassi, che tendono a destabilizzare il nostro umore. Nella seconda fase, la nostra attenzione si concentra sulla persona defunta. La cerchiamo nei gesti, nelle parole, nelle consuetudini. Siamo irrequieti, fatichiamo a concentrarci. Questa fase può durare mesi o anni. Tuttavia, tende ad attenuarsi nel tempo. La terza fase, comporta una sorta di accettazione. Davanti all'evidenza della perdita, la persona comincia a sentirsi apatica, delusa. E ricorda in modo ossessivo il defunto. Come se quel ricordo, fosse una sorta di legame, e sciolto quello, fosse impossibile andare avanti. Tuttavia nessun nodo è fatto per durare. E i legami non sono catene.

Sono dei sentieri sui quali camminiamo. Dunque la persona deve ricordare, ma non in maniera ossessiva. E deve sentirsi libero di vivere la propria vita. Nella quarta fase, c'è un vissuto di riorganizzazione. E di accettazione. La vita viene riformulata, accettando la perdita della persona cara.
L'emotività, può essere intesa come una sorta di bisturi. dal lato della lama, ci taglia e ci procura del dolore gratuito. Se usata in modo debito, ci salva la vita.
Dunque, durante la fase di elaborazione del lutto, è lecito usare l'emotività come una sorta di appoggio. Usare la nostra tensione per attività nuove. Per vedere un mondo fino ad allora celato. Usare l'emotività in modo propositivo e positivo, può essere la chiave di lettura per superare il lutto.

Il nostro Howard Poe ci ha fin qui ben spiegato il percorso che attraversano usualmente coloro che hanno subito una perdita, un abbandono, un lutto. Come terapeuta vorrei potervi dire che c'è una strada alternativa, che non passa attraverso la sofferenza, ma non è così. Il dolore al pari di ogni altra sensazione è umano, e come tale va vissuto, anche quando ti spacca il cuore in due. Succede però, che in particolari situazioni, alcuni individui rimangano ingabbiati nelle sensazioni tetre che accompagnano il lutto, sviluppando nel lungo periodo una vera e propria depressione con tanto di rinuncia, apatia, richiesta d'aiuto, bassi livelli d'umore, che strabordano in tutti gli ambiti di vita, impedendo letteralmente di vivere. Quando questo succede, viene a svilupparsi una vera e propria patologia. In questo caso raccomando vivamente un colloquio con lo psicologo di fiducia. Esistono infatti strumenti concreti che possono aiutare ad affrontare in modo costruttivo una depressione per lutto.


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