mercoledì 8 gennaio 2014

Cosa c’è oltre il mondo che percepiamo? I nostri cervelli sono connessi in “wireless”?

Nel precedente articolo abbiamo osservato come il mondo ci appaia così come lo vediamo , perché è il cervello che costantemente, in base alle proprie possibilità funzionali, legge, interpreta e restituisce alla coscienza le informazioni essenziali alla nostra esistenza, che si regge sull’interazione con quella che tutti riconosciamo universalmente come materia. 
Partendo da questo assunto, non contraddicibile per ovvie ragioni, viene da domandarsi: esiste allora una realtà che i nostri sensi non sono in grado di cogliere? Certamente si, grazie alle moderne tecnologie è ad esempio possibile
ampliare il nostro senso della vista potendo osservare una scena con una telecamera a infrarossi. Naturalmente potrei fare un infinità di esempi simili a questo, in cui la tecnologia ci aiuta a vedere più lontano dei sensi fornitici da madre natura, per poter carpire aspetti del mondo che ci circonda, che usualmente non siamo in grado di percepire. Dato per scontato che siamo “cechi” probabilmente alla maggior parte di ciò che succede intorno a noi (vi immaginate di poter percepire le onde radio senza radio) la domanda nasce spontanea, cosa veramente ci circonda, oltre alla materia con cui normalmente interagiamo? Una possibile prova dell’esistenza di qualcosa che va oltre la nostra percezione viene dall’astrofisica. Osservando l’universo con strumenti in grado di coprire lo spettro elettromagnetico, dalle onde radio ai raggi gamma, siamo riusciti ad osservare solo il 10% della sua massa (tutte queste valutazioni sono improntate sul modello standard). Come dichiarato nel 2001 da Bruce H. Margon, astronomo all'Università di Washington.  
« È una situazione alquanto imbarazzante dover ammettere che non riusciamo a trovare il 90% [della materia] dell'Universo. »
Quindi la maggior parte della massa dell’universo potrebbe essere prodotta da quella che viene chiamata materia oscura. Non immaginatevi chi sa cosa, in pratica è materia che non emette alcuna radiazione elettromagnetica, quindi non percepibile dagli strumenti attualmente a nostra disposizione. Fatto sta che probabilmente ci circonda e noi nemmeno ce ne accorgiamo.
Come spesso accade, intuiamo che c’è qualcosa di più, ma a differenza della nostra immaginazione, che varca le soglie della fisicità, le nostre percezioni sono ancorate al mondo concreto.
Tutto ciò diviene ancora più evidente quando ci avviciniamo alla fisica quantistica, il mondo dell’infinitamente piccolo. Ad esempio, nella nostra percezione, il tempo scorre in una direzione in modo lineare e noi ci troviamo a percorrere la nostra vita vivendo il presente, determinato dalle varie scelte fatte nel passato. In realtà, secondo le teorie enuniciate nel 1957 dai fisici Hugh Everett e Bryce DeWitt il nostro presente non sarebbe che uno degli infiniti scenari che si generano quando a ognuno di noi interagisce con il mondo. Ad esempio pescando una carta a caso da un mazzo di 40, origino 40 diversi scenari nel quale in ognuno ho pescato una carta diversa. Tale visione sembra avvalorata dagli studi pubblicati nel 2012 dai fisici Dell’imperial College di Londra guidati da Mattew Pusey. Partendo dal principio d’indeterminazione, secondo il quale non è possibile determinare il moto e la posizione di una particella in modo deterministico perché il solo osservarla ne cambia le proprietà, sono giunti alla conclusione (attraverso elaborati modelli matematici) che l’intero mondo sub-atomico, viva in una condizione indeterminata, finchè un osservatore esterno non la concretizza in uno stato determinato. In pratica, senza un’osservatore esterno intelligente l’intero universo permarrebbe in una sorta d’indeterminazione quantistica.
Ma l’intreccio tra mente e fisica quantistica va ben oltre. Non dimentichiamoci che anche noi e il nostro cervello siamo costituiti da atomi e particelle subatomiche. Di conseguenza anche la materia fondamentale che costituisce la nostra fisicità e il cervello stesso sottostà alle leggi della fisica quantistica. In particolare, ritengo estremamente interessante ciò che sta emergendo negli ultimi anni dallo studio dei microtubuli cerebrali. Cosa sono? A che servono? Sono strutture citoscheletriche che compiono diverse funzioni come il trasporto intracellulare degli organelli, la divisione cromosomica, il movimento ciliare, la comunicazione tra nucleo e interno della cellula, lo sviluppo delle connessioni interneuronali. 




Ma cosa c’è di strano e particolare? Prima di tutto che stiamo parlando di strutture microscopiche, formate da molecole di carbonio, che possono agire sia come semiconduttori che come superconduttori. Grazie alla loro dimensioni nell’ordine di pochi nanometri, non sottostanno alle leggi della fisica classica ma della fisica quantistica. Secondo il modello di J. Tuszynski, dell’Università di Alberta, i microtubuli sono capaci di calcolo e fungono da trasmettitori elettromeccanici di segnale (antenna in cavità); tale sistema agirebbe in sinergia con la rete neurale cerebrale. 
Che risvolti potrebbero avere nella mondo reale? So che la cosa può sembrare incredibile, ma i microtubuli potrebbero essere lo strumento attraverso il quale tutti i sistemi biologici dotati di neuroni interagiscono tra di loro a livello quantistico, una sorta di connessione biologica senza fili universale. Naturalmente tale connessione non avviene a livello cosciente. 
Abbiamo dati che provino queste affermazioni? Forze si, e in particolare in un esperimento iniziato nel 1974 presso il PEAR e tutt’ora in evoluzione. I ricercatori hanno dislocato per il mondo, in 41 diversi paesi, 65 dispositivi che generano casualmente dei numeri. In pratica questi piccoli computer non fanno altro che lanciare (virtualmente) una monetina milioni di volte al minuto riportando poi i dati ottenuti. Se testa è +1 e croce -1, statisticamente ci aspettiamo una media pari a zero. Di norma infatti è così, gli scienziati hanno però osservato dei picchi anomali (come tirare la moneta 500 volte e ottenere sempre testa) in concomitanza con eventi d’interesse mondiale. Tra i casi più eclatanti troviamo il 6 settembre del 1997 in cui più di un miliardo di persone seguì i funerali di Lady Diana, o
la tragedia delle Twin Towers. In questo caso il rilevamento avvenne 4 ore prima degli eventi e non durante l'attacco. Gli scienziati intuirono che qualcosa stava per accadere, ma non sapevano né dove, né quando. Sembra quindi che stati di pensiero comuni possano in qualche modo interagire realmente con la materia e con altri sistemi biologici. Vista in quest’ottica appare addirittura credibile, che la preghiera in contemporanea di migliaia di persone, possa davvero modificare la realtà e produrre stati mentali “sincronizzati”. 
Ho un’ultima ricerca molto interessante da riportarvi riguardo ai microtubuli, che reputo incredibile ma non per questo da escludere categoricamente. Dagli studi condotti da Hameroff e R. Penrose, sembra che la coscienza sia il prodotto degli effetti dell’attività quantistica all’interno dei microtubuli. Le informazioni generate non sarebbero fisicamente legate alla vita biologica dell’individuo ma continuerebbero ad esistere nell’universo anche dopo la sua morte. In un certo senso è una parte di noi che rimarrebbe inalterata per sempre, potremmo definirla anima?..
In definitiva, viviamo in un mondo in cui il metodo scientifico ha prodotto risposte attendibili a domande che per millenni hanno tormentato filosofi e uomini di scienza. Coloro che si fermano alle poche verità che abbiamo e non guardano oltre, non faranno mai la storia. L’uomo è curioso per natura e come sempre dalla nuove conoscenze scaturiscono nuove domande. La verità è davanti a noi ma siamo cechi, almeno fino a quando qualcuno, con doti uniche, come già avvenuto molte volte in passato (vedi Einstein, Newton, Fermi, hawking, ecc)  non sposterà avanti i confini della conoscenza trasportando tutti a nuovi livelli di consapevolezza. 


Sitografia 


http://www.energy-medicine.info/italian/page/ricerche-universit%E0-di-princeton-pear.html
http://www.slideshare.net/RitaPizzi/biofisica-dei-microtubuli

http://www.biotechland.it/appunti_biologia%20gen_2_citoscheletro.html

https://lookfordiagnosis.com/mesh_info.php?term=Tubulina+(Prote%C3%ADna)&lang=2

http://freeanimals-freeanimals.blogspot.it/2013/06/lanima-tutti-i-costi.html


http://www.altrogiornale.org/print.php?news.6559


http://ffz.leonardo.it/lofi/Fisica-quantistica/D10382502.html

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